Un problema di (im)posizioni

Un'antica leggenda ebraica narra che Lilith, la prima moglie di Adamo, lo avesse abbandonato per una questione di eguaglianza sessuale.

Pare che la causa principale della loro separazione, anche se la meno conosciuta, fosse stata proprio quella delle posizioni da assumere durante il rapporto sessuale.

Adamo preferiva stare sopra, ma a Lilith la posizione del missionario proprio non andava giù.
"Perché devo stendermi sotto di te? sono tua eguale! Almeno facciamo un po' a turno!".
E poichè Adamo tentava d'imporsi con la forza, Lilith ad un certo punto perse la pazienza e lo piantò in asso, andandosene a far l'amore con tutti i demoni e gli spiriti delle acque che si trovavano nei pressi del Mar Rosso e generando con essi cento piccoli Lilim al giorno.

Rimasto solo (e incapace di starci), Adamo rimpianse il suo maschilismo e inviò tre suoi intermediari: Senoy, Sansenoy e Sernangelof, che esortarono la donna a ritornare da lui.
Ma era tardi: Lilith, altera e determinata, rifiutò, e fu per questo severamente punita.

La sua prole venne sterminata senza pietà; lei giurò odio mortale ai figli degli uomini, e da quel momento, secondo la leggenda, si aggira per paesi e contrade, strangolando i neonati nelle culle o tormentando gli uomini semiaddormentati, dopo aver avuto con loro amplessi mortali.


Così Lilith divenne la Maligna, la Ribelle, la Nera ricomparendo puntualmente, ogni notte, simile a un incubo, ancora più temibile e pericolosa.

E nella Kabbalà fu declassata da assertrice dei propri diritti a strangolatrice di bambini e a Musa della masturbazione, che partoriva senza sosta demonietti a coloro che erano colpevoli di autogratificarsi.

I modelli culturali in mezzo ai quali ancora oggi cresciamo hanno radici molto antiche, e la storia di Lilith, a leggerla con cura, spiega tante cose.

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