Il Molo dei pipistrelli

Ci sono tre pipistrelli appesi ad un ramo, due a testa in giu' ed uno in piedi.
Il primo a testa in giu' si accorge del terzo pipistrello è in piedi.

E rivolgendosi al secondo gli dice: "Guarda 'sto pirla! E' svenuto di nuovo!".

Se quando eri bambino ti hanno detto che:

  •     il pipistrello si impiglia nei capelli e ti costringe a raparti a zero
  •     la pipi' del pipistrello ti fa diventare calvo
  •     il pipistrello è assetato di sangue umano


E soprattutto se tu, che magari nel frattempo sei diventato calvo per fatti tuoi, vai raccontando le stesse baggianate ai tuoi figli o ai tuoi nipoti... bene, allora sappi che:

  •     un pipistrello mangia fino a duemila zanzare a notte
  •     è ecologico e aiuta la biodiversità, non è velenoso
  •     i suoi parassiti sono specifici e non attaccano altre specie di animali
  •     il suo sterco è secco e friabile, quindi non macchia ed è facile da pulire (basta un colpo di scopa); rappresenta un ottimo concime per le piante
  •     il pipistrello è innocuo alle persone, agli animali e alle cose


Esistono molte specie differenti di pipistrelli con esigenze ecologiche diverse e habitat differenti.

Alcune specie vivono in alberi cavi, altre in crepacci, altre ancora dietro le imposte e nei solai.

La nostra cassetta-nido sostituisce i nascondigli nelle cavità di alberi vecchi, fra le rocce e nelle mura delle case.
E' costruita in maniera tale da poter essere utilizzata soltanto dai pipistrelli; l’entrata molto stretta ne impedisce l’uso da parte degli uccelli.
Le pareti interne sono ruvide per permettere ai pipistrelli di attaccarsi con gli artigli.


Qualche notizia storico – etimologica - scientifica – pettegola sui nostri amici.

Il nome comune pipistrello deriva dal latino vesper -is, ovvero sera. Se nella lingua inglese e in quella spagnola esiste un nome comune, bat e murcielago, in altre lingue come quella francese e tedesca sono presenti delle combinazioni di parole per identificare questi animali. Nella prima sono conosciuti come chauve-souris , letteralmente topi glabri, mentre nella lingua germanica il termine è fledermäuse, ossia topi volanti. Proprio come in piemontese, dove il pipistrello si chiama appunto “rata vuloira”.

Nell'immaginario collettivo e in diverse culture i pipistrelli sono spesso associati ai vampiri, parola di origine slava che nelle antiche leggende europee era riferita a personaggi fantastici che si nutrivano di sangue. Così l’immagine dei pipistrelli è stata sovente agganciata a figure delle antiche mitologie eurasiatiche, da quella babilonese (la demoniaca Lilith, guarda caso) a quella indiana (la dea Kalì).
Un esempio molto diverso risiede invece nella cultura Maya, dove il pipistrello rappresentava una potente divinità, nota con il nome di Zotz, che governava le caverne e il regno delle tenebre.

I pipistrelli emettono alcuni suoni udibili all’orecchio umano (simili a dei “cri cri”) e ultrasuoni, che invece non percepiamo. Una parte di tali emissioni ha significato sociale, serve cioè per comunicare. La parte maggiore è utilizzata invece per esplorare l’ambiente circostante. Quando le emissioni raggiungono un ostacolo subiscono il fenomeno della riflessione, ossia rimbalzano su di esso e producono un’eco. L’eco reca, impresse in forma acustica (modificazioni delle caratteristiche delle onde), informazioni relative all’ostacolo stesso. Esse comunicano al pipistrello in quale posizione si trova l’oggetto colpito, che forma ha, qual è la natura della sua superficie e della materia che lo compone (ad esempio se l’oggetto è liscio e duro, o rugoso e morbido); se l’oggetto è in movimento (immaginiamo una preda), qual è la sua direzione, a che velocità si muove ed eventualmente come sbatte le ali.

Un meccanismo sofisticatissimo, una forma di ecolocalizzazione simile ai sistemi utilizzati dalle navi per fare rilevazioni sui fondali marini.

I pipistrelli sono mammiferi. Sono ricoperti di una morbida pelliccia e allattano i propri piccoli.
Per partorire e allevare, le femmine si radunano, a decine, talora a centinaia o migliaia, in siti di rifugio particolarmente adatti, detti nursery.
In esse ogni madre conosce il suo piccolo, ma la colonia complessiva protegge tutti i neonati dagli sbalzi termici. Ci sono anche femmine che non hanno piccoli ed è probabile che esse collaborino alla cura dei neonati. Quando questi sono sufficientemente sviluppati, cominciano a seguire le femmine nei loro voli notturni e imparano a cacciare - un ottimo esempio di collettivo di stampo matriarcale.

Dormono notoriamente a testa in giù.
Nel corso dell'evoluzione hanno infatti 'alleggerito' il corpo e in particolare gli arti posteriori che sono divenuti molto fragili; le zampe non hanno più la forza sufficiente per sostenere il peso dell'animale a terra. In compenso si sono allungate e hanno acquisito altre funzioni; quando i pipistrelli riposano, sono in grado di attaccarsi al soffitto delle grotte con gli artigli posteriori, senza alcuno sforzo.

Le “mani” dei pipistrelli, all'inizio solo palmate, sono divenute nel tempo vere e proprie ali, capaci di voli lunghissimi e di manovre aeree sorprendenti.

I pipistrelli sono gli unici mammiferi sulla terra in grado di volare attivamente.

Oltre alle streghe, naturalmente.

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